Mostra Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima - Milano

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 26/10/2021 Aggiornato il 26/10/2021
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Milano
La mostra presenta 111 opere tra installazioni, sculture, disegni, dipinti, videoinstallazioni e fotografie di 34 artisti riconosciuti a livello internazionale, esposte per la prima volta in Italia, per raccontare la molteplicità della rappresentazione dell’essere umano.

Il titolo si riferisce alla scomparsa del ‘corpo vero’ a favore del ‘corpo dello spettacolo’: da un Corpo Glorioso, il corpo della consapevolezza, della ribellione, dell’alterità, al Corpo del Contemporaneo, da un lato inteso come corpo della società dello spettacolo e dall’altro nelle sue forme più poetiche: il corpo dell’esodo, del lavoro, della moltitudine silenziosa.

Il percorso espositivo analizza l’insorgere nella contemporaneità di nuove forme di rappresentazione, ponendo l’attenzione sullo storico passaggio dal corpo vivo protagonista della Body Art al corpo rifatto dell’Iperrealismo, sul mutamento dei canoni estetici della rappresentazione, e sulla potente evocazione dell’individuo mediante i suoi resti, le sue tracce, i suoi rivestimenti.
Un racconto che intende riflettere sulla crisi dell’esperienza sensoriale provocata dall’avvento di una cultura che propone corpi perfetti, modificati, ripensati, prodotti e ri-prodotti ed essenzialmente finti.

Le opere in mostra sono di:
AES+F, Janine Antoni, Yael Bartana, Zharko Basheski, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Vlassis Caniaris, Chen Zhen, John DeAndrea, Gino de Dominicis, Carole A. Feuerman, Franko B, Robert Gober, Antony Gormley, Duane Hanson, Alfredo Jaar, Kimsooja, Joseph Kosuth, Charles LeDray, Robert Longo, Urs Lüthi, Ibrahim Mahama, Fabio Mauri, Oscar Muñoz, Gina Pane, Marc Quinn, Carol Rama, Michal Rovner, Andres Serrano, Chiharu Shiota, Marc Sijan, Dayanita Singh, Sun Yuan & Peng Yu, Gavin Turk.

Moltissimi gli artisti in prima persona, i musei, le fondazioni, gli archivi, le gallerie private e i collezionisti che hanno collaborato in Italia e all’estero alla ‘costruzione’ della mostra, che per la prima volta ripensa al concetto di umanità dopo lo scioccante periodo provocato dal Covid19.

Dalle opere di iperrealisti storici, si approda ad altre tipologie narrative, dove il corpo è evocato più che rappresentato, dove sembra essere svanito lasciando solo le tracce del suo esserci stato; l'essere umano viene evocato attraverso i suoi abiti, oggetti del suo lavoro o del suo essere nomade, così come i frammenti corporei, e la sua mutazione, che rispecchiano le mutevoli condizioni sociali del mondo contemporaneo.

Una menzione speciale va fatta a Christian Boltanski, scomparso da poco, che sarà in mostra con l’opera Le Terril Grand-Hornu (2015).

Una sezione fondamentale è quella dedicata a Lea Vergine: una sorta di stanza “privata” in collaborazione con l’Archivio Lea Vergine in cui saranno esposte opere, alcune delle quali hanno caratterizzato il suo percorso critico, e poi libri, documenti e fotografie che testimoniano la sua preziosa e singolare ricerca nel campo della Body Art, che rimane un riferimento imprescindibile nella narrazione relativa al corpo.

La mostra è curata da Francesca Alfano Miglietti.


Regione: Lombardia
Luogo: Palazzo Reale, piazza del Duomo 12
Telefono: 892/101 Call Center
Orari di apertura: 10-19,30; giovedì 10-22,30. Lunedì chiuso
Costo: 14 euro; ridotto 12 euro
Dove acquistare: www.ticketone.it
Sito web: www.palazzorealemilano.it
Organizzatore: Palazzo Reale, Comune di Milano - Cultura in collaborazione con Marsilio Arte e TENDERSTORIES
Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima